Nativi americani - Graziano Turrini

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Nativi americani

La maledizione del primogenito

Nativi americani

   "Nell'immaginario collettivo del mondo bianco il West è sempre stato più mitico che reale, un luogo del sogno e della libertà, lo sconfinato orizzonte verso cui dirigersi per sfuggire alle limitazioni e alle restrizioni imposte dal mondo "civile", il luogo dove rifarsi una vita. La Frontiera, concetto creato soprattutto dal cinema di Hollywood e da tutto quanto venne dopo (nel nostro paese fumetti come Tex o Il Piccolo Ranger), è stata per generazioni lo spazio in cui sfogare ansietà e tensioni, il luogo in cui l'immaginario collettivo intraprendeva avventure al di fuori dei confini troppo stretti della routine quotidiana di una qualsiasi periferia italiana fatta di palazzoni, lavoro, scuola, grigiore e poco altro.

   Negli anni Sessanta e Settanta siamo cresciuti immaginando interminabili assedi a Fort Alamo, giocando a inscenare eterne battaglie fra indiani e cow-boy, dove gli indiani dicevano "augh" e parlavano all'infinito come analfabeti, portavano in testa penne di gallina ed erano immancabilmente i cattivi con il solo desiderio di scalpare e torturare i bravi cow-boy dal cappello bianco. Quel cow-boy coraggioso, temerario, macho … John Wayne, Ronald Reagan e Gary Cooper, personaggi che facevano fatica a sorridere perché erano dei duri, magari poi finiti a fare i buffoni alla Casa Bianca … Quel West raffazzonato fatto di cactus e pali totemici, di tipì degli indiani delle praterie piazzati nel deserto e di Navajos del Sud-Ovest che inseguono il bisonte fra la neve come se niente fosse. Beh, quel West è la menzogna che è stata inventata per coprire il più grande genocidio della storia dell'uomo, un olocausto che se ancora oggi non venisse ignorato dai più, per vastità e gravità farebbe apparire Adolf Hitler un pivello alle prime armi.

   Il West esiste ancora. Esiste ancora la terra degli indiani, frammentata in centinaia di riserve sparse tra Canada e Stati Uniti. …
 … Gli indiani oggi non si chiamano più indiani, ma nativi americani, correggendo lo storico errore del massacratore Cristoforo Colombo che credeva di essere approdato in Asia. Certo, il Popolo Rosso è fatto anche di contraddizioni stridenti, di alcolismo e disoccupazione, di terribili lotte fratricide, di inadattabilità alla società moderna, ma è anche un popolo che ha resistito a cinquecento anni di genocidio culturale e fisico. E, come accade in ogni luogo di grande insegnamento spirituale, le contraddizioni e le ombre permettono l'esistenza di grandi luci e di grandi speranze."
      
      Tratto da:
      Marco MASSIGNAN: Guida alle riserve indiane
      XENIA Edizioni, Milano, 1999

   Cos'altro aggiungere che già non sappiamo?

   Quello che è stato fatto nel XIX secolo è stato ampiamente studiato. Il genocidio è avvenuto per mano militare (esercito), per mano civile (i coloni), per mano scientifica (colera, vaiolo influenza e altre malattie verso le quali gli indiani delle pianure non avevano nessuna immunità). Per mano fraterna, quando le tribù dell'Est sono state spostate a Ovest, incontrando altri nativi che già popolavano quelle aree e con i quali necessariamente sono entrati in contrasto e in guerra. Per fame, attraverso la decimazione della loro principale risorsa, il bisonte: si valuta in circa 15 milioni il numero di bufali uccisi dall'uomo bianco, facendo sì che nel 1880 le grandi mandrie fossero praticamente sterminate.

   Il genocidio è continuato nel XX secolo. Dopo il confinamento nelle riserve delle poche migliaia di nativi rimasti, la strategia governativa è stata portata avanti sottraendo poco a poco anche le terre loro promesse, riducendo sempre più i territori delle riserve, affamandoli, segregandoli, ignorandoli, civilizzandoli attraverso l'abuso dell'alcool e di varie droghe.

   E che dire degli esperimenti nucleari? Negli anni '50 e '60 del secolo appena passato, mentre gli inglesi facevano esplodere le loro bombe in Australia - tra gli aborigeni - e i francesi a Muroroa, gli Stati Uniti portavano avanti il loro programma nucleare nel territorio degli Shoshone, tra Nevada, Utah e California meridionale: si ha notizia di almeno 100 ordigni nucleari atmosferici e 850 test sotterranei. E, terminati gli esperimenti, quale luogo migliore della riserva Shoshone per stoccare le tonnellate di scorie radioattive (militari e civili)?

   Lo sterminio etnico è poi continuato nelle riserve - attraverso questo sistema di ghettizzazione su larga scala - e nella distruzione della loro cultura - trasformando la loro spiritualità in oggetto turistico: la danza del Sole e la purificazione nelle tende sudatorie hanno perso la loro valenza originale per diventare merce di scambio con il sistema consumistico della cosiddetta "civiltà".

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