Gli anni di piombo tra Germania e Italia - Graziano Turrini

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Gli anni di piombo tra Germania e Italia

Di sangue e di sogno

"Die bleierne Zeit" (in italiano "Anni di piombo"), il film diretto da Margarethe von Trotta, esce nel 1981; in quell’anno vince il Leone d’Oro per il miglior film alla 38° Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia (Presidente della giuria: Italo Calvino).
Da quel momento storici e giornalisti hanno iniziato a definire "anni di piombo" il periodo che va dall’inizio degli anni settanta alla metà degli ottanta.
Su queste vicende, che hanno in modo principale interessato la RAF (Rote Armee Fraktion) in Germania e le Brigate Rosse in Italia, è stato scritto fin troppo e non tento di riprodurre nemmeno in parte la sterminata bibliografia.
Ai fini del romanzo, invece, mi sembra utile ed illuminante (per capire il clima sociale dal quale sono condizionati alcuni personaggi) riproporre l’intervista a Irmgard Möller
, l'unica sopravvissuta alla famigerata notte di Stammheim quando, il 18 ottobre 1977, Andreas Baader, Gudrun Ensslin e Jan-Carl Raspe vennero trovati "suicidati" nella sezione di altissima sicurezza del carcere di Stoccarda. I quattro terroristi appartenenti alla RAF furono rinvenuti alle prime ore del mattino morti suicidi nelle loro celle; Andreas Baader con un colpo di pistola alla nuca; Gudrun Ensslin impiccata ad un filo elettrico; Jan-Carl Raspe agonizzante per un colpo alla testa (morì lo stesso giorno, in ospedale); Irmgard Möller, l’unica che si salvò, venne trovata ferita da quattro coltellate al petto (nella cella non venne mai trovato un oggetto che avesse potuto infliggere ferite di quel tipo).

A tutt’oggi la verità "ufficiale" fa ancora molto discutere.

Nella foto, Irmgard Möller (in basso a destra), nel 1990 assieme ad altre detenute (Gabriella Rollnik, Hanna Krabbe e, sopra, Christine Kuby)   nel carcere di Lubecca.

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