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Il massacro di Srebrenica
"Fu Ratko Mladić, un generale che si sentiva come un dio, che tra l'11 e il 15 luglio del 1995 a Srebrenica uccise a sangue freddo – aiutato dalle Tigri di Arkan e dagli Scorpioni Rossi -
Cominciarono separando gli uomini dalle donne, il segnale che dava inizio alla mattanza …. " Così comincia il primo racconto di un sopravvissuto, Emir Suljagic, trentacinquenne giornalista di Sarajevo, nella sua denuncia del massacro di Srebrenica.
Cosa successe a Srebrenica, in quella calda estate del 1995?
Durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina, e precisamente dopo la grande offensiva serba del 1993, l'intervento dell'ONU portò a una demilitarizzazione di alcune zone -
Le delimitazioni delle zone protette furono stabilite a tutela e difesa della popolazione civile bosniaca, quasi completamente musulmana, costretta a fuggire dal circostante territorio, ormai occupato dall'esercito serbo-
Verso il 9 luglio 1995 , la zona protetta di Srebrenica e il territorio circostante furono attaccati dalle truppe della Vojska Republike Srpske e, dopo un'offensiva durata alcuni giorni, l'11 luglio l'esercito serbo-
Secondo le istituzioni ufficiali i morti furono 8.372, sebbene alcune associazioni per gli scomparsi e le famiglie delle vittime affermino che andarono ben oltre 10.000. L’Europa conobbe di nuovo i campi di concentramento e gli stermini di massa, realizzati con lucida sistematicità.
Un’intera generazione di uomini fu cancellata.
Durante i fatti di Srebrenica i 600 caschi blu dell'ONU delle tre compagnie olandesi Dutchbat I, II, III non intervennero a difesa della popolazione civile bosniaca: motivi e circostanze non sono ancora stati del tutto chiariti.
"Il macellaio di Bosnia", nel 1995 venne accusato dal Tribunale Penale Internazionale per la Ex Jugoslavia di genocidio , crimini di guerra e crimini contro l'umanità . Come capo militare con responsabilità di comando, Mladić fu accusato dall'ICTY di essere responsabile dell'assedio a Sarajevo (5 aprile 1992 -
Nel luglio del 1996 il tribunale dell'ICTY confermò tutte le accuse ed emanò un mandato di cattura internazionale. Il governo serbo e americano offrirono una taglia di 5 milioni di dollari a chiunque avesse offerto delle informazioni per la sua cattura. Nell’ottobre del 2010 la Serbia intensificò la caccia alzando la ricompensa a 10 milioni.
Željko Ražnatović e le Tigri di Arkan
Željko Ražnatović -
Proprio sugli spalti del Marakana si forma l’Arkan nazionalista: unisce le diverse fazioni in cui sono divisi gli ultrà in nome di Slobodan Milosevic (presidente della Serbia dal 1989 al 1997) e in dono dalla dirigenza della squadra riceve una pasticceria, che diviene il "covo" dei suoi uomini.
Quando inizia la guerra con la Croazia, i vertici jugoslavi pensano a lui per organizzare le milizie di volontari. Volontari che Ražnatović non fatica a reclutare, attingendo tra i tifosi del Marakana e nelle carceri belgradesi, imbottite di criminali comuni in cerca di avventura. A partire da quell’anno Arkan gestisce il Centro per la Formazione Militare del Ministero per gli Affari Interni serbo. Arkan recluta tra i seguaci del F.C. Stella Rossa Belgrado un’unità di volontari forte di circa 3000 uomini con il nome ufficiale di Guardia Volontaria Serba -
Quando nel
Gli Scorpioni Rossi
L'unità denominata "Scorpioni" dal 1991 al 1992 funzionava come unità dei servizi di sicurezza. A quel tempo esisteva un continuo scambio tra i membri degli "Scorpioni", la Guardia volontaria serba e i Berretti rossi, perché tutte e tre queste unità erano formate dalla DB (servizi segreti) e quindi sotto diretto controllo del Ministero dell'interno serbo. Secondo Natasa Kandic, direttrice del Centro per il diritto umanitario di Belgrado, gli "Scorpioni" facevano parte delle unità dello stato e al tempo del massacro di Srebrenica "erano incaricati di prendersi cura dei 'pacchi' ossia dei prigionieri e di provvedere alla loro uccisione: tutti operavano con le uniformi della polizia della Repubblica della Serbia e coi Berretti rossi sulla testa".