Chico Mendes e Bertha Cáceres - Graziano Turrini

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Chico Mendes e Bertha Cáceres

Veleni

Nella dedica del libro compaiono due nomi: Chico Mendes e Bertha Cáceres. Questi due martiri, da me presi a simbolo per le lotte dei popoli della foresta contro la distruzione del pianeta, sono morti - assassinati - in due luoghi diversi dell'America Latina e a distanza di quasi trent'anni l'uno dall'altro, a dimostrazione che il modus operandi del capitalismo non è mai cambiato: il dissenso va eliminato, fisicamente. In questo arco di tempo, tra la morte del primo e quella della seconda, una fila interminabile di omicidi eseguiti con il solo scopo di eliminare qualsiasi ostacolo si fosse frapposto all’idea di "progresso" portata avanti dai latifondisti locali o dalle grosse multinazionali.


CHICO MENDES

Erano quasi le sei di sera, di un afosissimo pomeriggio brasiliano del 22 dicembre del 1988, e Francisco Alves Mendes Filho - meglio noto come Chico Mendes - usciva di casa per dirigersi verso la baracca che fungeva da bagno di servizio della famiglia Mendes. Ma - dopo un giorno intero passato in estenuanti incontri e riunioni - non riuscì mai ad arrivare alla meritata e agognata doccia: un colpo di pistola sparato da un ventenne, Darly Alves da Silva, nascosto tra i cespugli e figlio di uno dei tanti fazendeiros latifondisti della zona, pose fine alla sua vita iniziata 44 anni prima nel seringal Cachoeira, in Acre, da una famiglia di raccoglitori di caucciù.

   Figlio di un seringueiro, Chico era nato nella foresta e, come tutti, aveva iniziato il lavoro di raccogliere il lattice dell'albero della gomma all'età di nove anni. Nella foresta non ci sono scuole e Chico aveva imparato a leggere e a scrivere grazie a un intellettuale che era fuggito dalla dittatura e si era rifugiato in casa Mendes. Dai Servi di Maria, vicini al messaggio sociale di Papa Giovanni, che percorrevano i sentieri della foresta e visitavano le capanne ("desobrigas": visita annuale per "togliere l'obbligo", almeno una volta a Pasqua...) aveva imparato che  nella politica, oltre ad avere idee chiare, è importante anche l'attenzione umana verso le persone.

   E fu proprio questa sua attitudine a fargli iniziare le

prime lotte sindacali per far valere il diritto alla terra dei raccoglitori della gomma.
   Nel 1970 il piano di integrazione nazionale (PNI), un ambizioso piano del governo per domare l'Amazzonia, attrasse costruttori, allevatori di bestiame, compagnie di legname e coloni in Acre.
   Nel 1975, Chico Mendes organizzò un sindacato di lavoratori rurali per difendersi dalle violente intimidazioni e dalle occupazioni della terra praticati dai nuovi arrivati che stavano distruggendo la foresta e quindi togliendo ai lavoratori rurali i loro mezzi di sostentamento.
Cinque anni dopo partecipò alla nascita del Partito dei Lavoratori, assieme al futuro presidente del Brasile, Luiz Inácio da Silva, soprannominato Lula.
   Nel 1985 viene creato il Consiglio Nazionale dei Seringueiros e Chico Mendes ne diventa il Direttore.
   Nel 1987 riceve a Washington il premio Global 500 dall’ONU per la difesa dell’ambiente.
   In breve tempo Chico Mendes divenne un personaggio internazionale, simbolo del progresso senza la distruzione dell’ambiente. La lungimirante visione del "piccolo uomo della foresta" ha trasformato una lotta originariamente sindacale e mirata a un microsistema ("seringal") in una grande battaglia internazionale contro la distruzione del pianeta.
   Dall'agosto '78 Chico Mendes non usciva mai da solo di notte. In casa viveva barricato e i suoi itinerari erano generalmente sconosciuti: dieci anni di piccole scappatoie per sfuggire a una morte annunciata, che non tardò ad arrivare.


BERTHA CACERES

Figlia di un'ostetrica salvadoregna, Bertha Isabel Cáceres Flores nasce a La Esperanza, in Honduras, nel marzo del 1971. Nel clima violento del Centro America, frequenta l'università e ottiene l'abilitazione all'insegnamento. Poco più che ventenne, fonda il COPINH, il Consiglio Civico di Organizzazioni Popolari e Indigene, organizzazione impegnata nella difesa dell'ambiente e nella tutela degli indigeni di etnia Lenca.
La sua strada è già tracciata: ambientalismo e diritti umani, quanto di più pericoloso possa esistere in un Paese reazionario e dominato dai grandi gruppi capitalisti come l'Honduras di quegli anni. E dopo il 2009, l'anno del golpe, l'Honduras ha, in effetti, conosciuto una crescita esponenziale di progetti a forte impatto ambientale, come l'apertura di miniere e la creazione di dighe, che minacciano l'ecosistema e le comunità indigene. In questo contesto Bertha, spinta dalle sue convinzioni, conduce diverse battaglie contro la deforestazione illegale, la proprietà terriera e la presenza di basi americane sulle terre dei Lenca.


Nel 2006 un gruppo di indigeni Lenca del Río Blanco le chiese di investigare sul recente arrivo di imprese costruttrici nell'area. Dalle indagini di Bertha risultò che una joint venture (tra la compagnia cinese Sinohydro, la Banca Mondiale, l'International Finance Corporation e la compagnia honduregna Desarrollos Energéticos S.A.) progettava di costruire alcune dighe idroelettriche sul fiume Gualcarque. I costruttori però violarono il   diritto internazionale nel momento in cui non consultarono le popolazioni locali rispetto al progetto. Il popolo Lenca lamentava che le dighe avrebbero messo a repentaglio l'accesso all'acqua, al cibo, alle materie utilizzate come medicinali e il loro stesso modello di vita.

   Bertha Cáceres lavorò fianco a fianco della comunità nell'organizzazione di una campagna di protesta. Diede avvio anche ad un'azione legale, riunendo le comunità locali che si opponevano al progetto e portando il caso di fronte alla Commissione Interamericana dei diritti umani.

   Dopo anni di lotte e di pacifiche battaglie e nonostante le continue intimidazioni ricevute dalla polizia, i risultati si vedono verso la fine del 2013 quando sia   Sinohydro   che International Finance Corporation abbandonano il progetto della diga.
   Per questo suo lavoro, Bertha Càceres Viene insignita di numerosi premi tra i quali, nel 2015, il prestigioso Goldman Enviromental Prize, per la campagna di salvaguardia ambientale con la quale è riuscita a evitare la costruzione di una diga sul fiume Gualcarque Río Gualcarque,   considerato sacro dai   Lenca.
   Secondo i dati di organizzazioni non governative come  Global Witness, nel solo 2014 in Honduras sono stati assassinati 12 ambientalisti che si opponevano a tali progetti.
   Bertha Cáceres, invece, è stata uccisa nella sua abitazione la mattina del 3 marzo 2016 da alcuni uomini armati.

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